Dialoghiamo con Lidia Di Vece, vicepresidente di Economia del Bene Comune, per scoprire la visione economica basata su comunità, ambiente, cooperazione ed equità sociale.

Cosa è l’economia del bene comune e quali sono i vantaggi per l’ambiente, per la società e per l’economia stessa? È il tema dell’incontro organizzato dalla cooperativa Glocandia che si è svolto presso Rinascimenti sociali in occasione di BeeGreen per conoscere in maniera più approfondita la Federazione del bene comune. Per conoscere gli argomenti dibattuti abbiamo intervistato Lidia Di Vece, vicepresidente nazionale dell’organizzazione.

D. Perché avete aderito al BeeGreen Festival?
R. Gli obiettivi erano quelli di far conoscere come un’azienda, ma anche i cittadini e le istituzioni pubbliche, possono misurare e valorizzare il loro impatto non finanziario. Per impatto non finanziario si intende la ricaduta sul territorio, sull’ambiente dell’attività economica dell’impresa o ente. Esso è regolato con una legge italiana emanata a seguito di una direttiva europea che ha visto l’adozione per le grandi imprese nel 2017. Il bilancio del bene comune, strumento proposto per la suddetta valutazione e misurazione, analizza tutti gli ambiti non finanziari e non solo quelli previsti dalla normativa. L’adozione di questo strumento permetterebbe di dare voce all’attività di ogni impresa/ente che ha a cuore la Corporate Sustenaible Responsabiity (CSR) meglio conosciuta in Italia come Responsabilità sociale di impresa. Speriamo che coloro che hanno partecipato abbiano potuto fare una loro riflessione, anche solo come cittadini, sull’importanza di conoscere effettivamente le aziende.

D. Economia del bene comune: dove, come e quando nasce?
R. L’Economia del Bene Comune (EBC) - ecogood.org - è un movimento mondiale che propone un modello socio economico alternativo a quello corrente, che è concreto, costruttivo, sostenibile e attuabile. È una corrente di pensiero che nasce in Europa nel 2010: definisce un sistema economico alternativo e un nuovo paradigma, basato su un sistema di valori che supportano il bene comune, nel quale sono centrali la persona, la comunità, l’ambiente, la cooperazione e l’equità sociale. In soli 5 anni dalla sua nascita, circa 500 aziende hanno redatto il loro bilancio non finanziario usando la matrice del Bilancio del Bene Comune (BCC) e il movimento, presente in oltre 30 paesi, conta diecimila sostenitori fra cui più di duemila aziende, 263 associazioni, 8 comuni e 65 personalità politiche.

D. Quali sono la mission e i valori?
R. L'EBC traspone sul mercato i valori relazionali e costituzionali validi già oggi, proponendo di premiare i soggetti economici se agiscono e si organizzano in maniera solidale, collaborativa, ecologica e democratica. Nel lungo periodo, sostenibilità e bene comune, inteso come benessere di tutti gli esseri viventi, dovrebbero diventare criteri di successo nell’intera economia e l’utile finanziario passare ad essere da obiettivo a strumento, esattamente in linea con quanto enunciato in tutte le costituzioni democratiche del pianeta. Il modello EBC è frutto di un lavoro collettivo di aziende e società civile, punto di partenza possibile per la creazione di un vero mercato etico italiano ed europeo, in grado di influenzare positivamente anche il mercato mondiale. La matrice del Bene Comune è stata sviluppata dalla collaborazione del movimento EBC e da un gruppo di imprenditori pionieri, motivati e sensibili, i quali credono in un nuovo modello di impresa e di business, vogliono essere motore del cambiamento e farsi portatori di una cultura imprenditoriale equa, giusta e sostenibile. E inoltre ritengono il profitto non un obiettivo da massimizzare, ma un mezzo per raggiungere il bene comune, e che l’impresa sia un’organizzazione al servizio della società e chiamata a rispondere alle sfide sociali e ambientali. I concetti chiave dell’EBC sono “profitto vs. bene comune” e “concorrenza vs. cooperazione”.

D. A chi si rivolge?
R. Declinando i valori con i portatori di interesse dell’ente, il Bilancio del Bene Comune si pone come strumento concreto di misura, guida e stimolo principalmente per le aziende: queste si devono sentire impegnate e al servizio della società e quindi con responsabilità precise. Le riflessioni sulle proprie decisioni possono allinearsi progressivamente sempre più verso la vera sostenibilità e quindi contribuire al bene comune. Si rivolge anche agli enti per misurare l’impatto delle politiche pubbliche, si rivolge anche ai cittadini per misurare lo spostamento delle scelte derivanti da un consumo critico.

D. Quali sono i vantaggi del Bilancio del bene comune?
R. In Italia nessun vantaggio “visibile”, in Austria e Germania, le imprese che adottano il BBC sono destinatarie di “sconti” su imposte, maggior punteggio in graduatoria in bandi pubblici e altro. In Italia la provincia di Bolzano si è impegnata ad inserire l’adozione del BBC come punto a vantaggio per le imprese che partecipano agli appalti pubblici. In Italia 4 Comuni della Val Venosta in Alto Adige (Malles, Lasa, Silandro e Laces) e in Spagna Miranda de Azán, vicino a Salamanca, hanno deciso di diventare Città del Bene Comune e hanno fatto il Bilancio del Bene Comune.

D. Come collaborare con voi?
R. Innanzi tutto diventare soci e sostenitori, partecipando ai Gruppi Territoriali in Italia; se imprese avvicinarsi al percorso/processo di applicazione del BBC.