La storia e i piani per il futuro del progetto dell’Associazione Tatawelo a supporto delle popolazioni indigene del Chiapas raccontati da Walter Vassallo.

Il caffè è il bene coloniale per eccellenza, talvolta anche simbolo di un’economia basata sulla speculazione e lo sfruttamento. 

Il progetto Tatawelo è nato nel 2003 dalla sinergia tra diverse organizzazioni dell’economia solidale italiana per sostenere le comunità indigene zapatiste nel Chiapas, in Messico. Un’iniziativa sfociata nella costituzione nel 2015 dell’Associazione Tatawelo con l’intento di seguire direttamente l’intera filiera del caffè, dalla coltivazione alla distribuzione. Un’azione concreta per rendere più forti intere comunità, come ci racconta il referente del progetto Walter Vassallo.

D. Perché proprio il caffè?
R. Il caffè è il maggior prodotto di esportazione e fonte di reddito per centinaia di famiglie di piccoli produttori. L’autonomia zapatista è fondata sul lavoro collettivo e la produzione di alimenti di origine organica dei quali, la maggior parte, è destinata all’autoconsumo, allo scambio in comunità e al mercato locale. Riguardo al caffè, al fine di evitare che questa produzione importante finisse nelle mani degli intermediari (coyotes), le cooperative si sono organizzate vendendo direttamente nei circuiti del mercato solidale, per sconfiggere la speculazione.

D. Quali tipi di caffè proponete?
R. Da dodici anni di attività l’associazione Tatawelo propone i seguenti tipi di caffè: il 100% arabica caffè Excelente per moka, il caffè per le macchine da bar, il monorigine Chiapas, il decaffeinato, la miscela arabica-robusta con 80% arabica e 20% robusta della Kagera Union (Tanzania), le cialde, anche in versione decaffeinate, e i grani.

D. Quali sono gli obiettivi dell’associazione?
R. Promuovere un’economia solidale attraverso il prefinanziamento, rispettando i diritti dei produttori, dei consumatori e dell’ambiente. Creare le condizioni per interazioni e scambi di esperienze tra i produttori del Sud del Mondo, favorendo un processo di sviluppo autonomo. Ultimo, non per importanza, diffondere il principio di trasparenza e di tracciabilità dei prodotti.

D. In cosa consiste il prefinanziamento?
R. Il prefinanziamento è un modo concreto per assicurare solidarietà, e consiste nel pagare il caffè in anticipo alla cooperativa dei produttori, permettendo così di coprire le spese necessarie per la raccolta e la selezione del caffè, come quelle per il trasporto del caffè in Italia, per farlo arrivare fino alle famiglie che lo hanno finanziato. Ogni pacchetto di caffè consumato contribuisce ad alimentare il fondo della “quota progetto” che serve a sostenere le necessità delle cooperative. Queste, di volta in volta, decidono dove e come investire questa preziosa risorsa, con una ricaduta più ampia su tutta la comunità, come per il recente acquisto dei macchinari per la torrefazione, e l’implementazione per il recupero delle piante di caffè, distrutte dall’infestazione del fungo della “Roja” (ruggine).

D. Sulla confezione c’è scritto “para todos todo” che cosa si intende?
R. “Per tutti tutto” è non solo la vera essenza politica delle comunità indigene zapatiste, ma anche della nostra azione in quanto associazione di promozione sociale. I costi della filiera del caffè, infatti, devono essere equi e accessibili a tutti, partendo da chi produce, a chi confeziona il caffè e a chi lo consuma.

D. Ogni quanto vi recate dai produttori?
R. Ogni anno viene organizzata una nostra “visita” in Messico presso le cooperative di produttori perché riteniamo sia importante non solo la relazione diretta con le persone, ma anche la condivisione del contesto, come il territorio e lo spazio famiglia, vivendo la quotidianità con i produttori, dando anche loro, quando l’occasione si presenta, una mano nel concreto.

D. Progetti futuri che l’associazione ha in cantiere?
R. Sostenere la commercializzazione di un nuovo prodotto della cooperativa Yachil. In pochi lo sanno, ma la “ciliegia” del caffè, ovvero il frutto che ricopre i chicchi, ha delle proprietà straordinarie, tra le quali antiossidanti e vitamine. Con Libero Mondo SCS, Centrale di Commercio Equo e Solidale compartecipante al progetto Tatawelo, stiamo provando a lavorare questo frutto, ottenendo una farina da usare in pasticceria per creare una linea di biscotti. Questo nuovo prodotto può favorire un ricavo ulteriore alla cooperativa ed inoltre, valorizzando il frutto del caffè, si dà origine a un prodotto sostenibile e di buona qualità.